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Rischio esplosione di ATEX: attribuire priorità per un adeguamento sostenibile

Rischio esplosione di ATEX: attribuire priorità per un adeguamento sostenibile

La valutazione del rischio esplosione per la presenza di miscele ATEX in ambienti di lavoro scatta una fotografia dello stato di fatto che mette a sistema tutti i fattori che possono influenzare il rischio stesso: sostanze, processo, ambiente in cui viene attuato, misure gestionali e così via.

L’analisi del rischio esplosione è quindi utile perché mette un punto fermo, contrastando la naturale ed umana tendenza ad avere nel tempo un calo di attenzione sulla sicurezza. Infatti, piccoli cambiamenti che si sommano nel tempo portano nel lungo periodo ad una forte riduzione del livello di sicurezza e, con la capacità di adattamento tipica degli uomini, a tollerare rischi che in realtà diventano non più accettabili.

 

Mettere in sicurezza le zone ATEX: Tre Priorità Fondamentali

La valutazione del rischio esplosione consiste in un bel plico di calcoli e valutazioni che, a seconda del livello di approfondimento, possono essere anche molto sofisticati. In letteratura, infatti, esiste una gran numero di tecniche diverse di valutazione del rischio: modelli matriciali (FMEA, CCPS, VDR) con transizioni dei colori un po’ prima o un po’ dopo, algoritmi che utilizzano leggi iperboliche, logaritmiche, dispersioni statistiche eccetera eccetera eccetera. La CEI 31010 dedica 134 pagine praticamente solo per censirli !

Tuttavia, dopo valutazioni così sofisticate con coefficienti di sicurezza che (pensaci bene) sono talmente aleatori da rendere tutto estremamente soggettivo, finiamo per concentrarci su aspetti che ci possono allontanare dal cuore del problema. Che, per come l’ho capito io, si può riassumere in tre punti:

  • ricondurre nel tempo il rischio esplosione residuo entro limiti accettabili;
  • porsi obiettivi di sicurezza consapevoli, condivisi e raggiungibili;
  • definire priorità per individuare un percorso di adeguamento sostenibile.

In altre parole, il Datore di Lavoro, che non capisce, né vuole studiarsi i nostri calcoli, vuole sapere una sola cosa: quali sono le misure di adeguamento ATEX che deve attuare per essere a norma di legge?

Ora, se un’azienda avesse la forza economica di realizzare subito tutte le misure di sicurezza, non ci sarebbe alcun problema. Ma nel mondo reale il Datore di Lavoro, ammesso che siamo riusciti a convincerlo che le misure di adeguamento che abbiamo prescritto sono necessarie, come minimo dilazionerà nel tempo gli interventi. E allora vale la pena di provare a guidarlo con criterio.

Scenari incidentali di stabilimento: i livelli di danno come peso per tarare la probabilità di esplosione

Dopo aver classificato le zone ATEX ed individuato i danni prevedibili occorre definire gli obiettivi di sicurezza, operazione che risulta più facile se ci si focalizza sugli eventi che si manifestano in caso di esplosione. Nel tempo ho individuato i quattro livelli di gravità di seguito riportati:

Sono da considerare eventi molto gravi quelli che possono:

Sono da considerare eventi gravi quelli che:

      • danno luogo a lesioni irreversibili del personale;
      • danno luogo ad un incendio in zone poco presidiate o che comunque possono causare danni importanti ad una parte del capannone;
      • provocano l’interruzione anche parziale del ciclo produttivo;

      Sono da considerare eventi accettabili esplosioni che:

      • non producono lesioni sul personale o tutt’al più lievi e reversibili;
      • hanno effetti contenuti e reversibili su zone poco frequentate;
      • hanno effetti molto lievi in zone molto frequentate;

      Le esplosioni che non rientrano nelle casistiche sopra delineate possono essere definite a eventi a danno di gravità intermedia. Caso per caso si vedrà se sia opportuno definire livelli di gravità intermedi.

       

       

      Piano di Adeguamento Temporale: Breve, Medio e Lungo Periodo

      Individuando le conseguenze in caso di esplosione per ciascuna emissione si ha un quadro di tutti possibili scenari incidentali. Diventa quindi immediatamente chiaro quale sia la strada da seguire perché le priorità non possono che essere così definite:

        • breve periodo: attuare con urgenza le misure necessarie per ricondurre i rischi gravi e molto gravi entro limiti di rischio accettabile
        • medio periodo: attuare quelle misure, a priorità più contenuta, necessarie per ricondurre i rischi medi entro un livello di rischio accettabile;
        • lungo periodo: attuare le misure necessarie per ricondurre i rischi accettabili entro un livello di rischio trascurabile.

      Quanto sopra è riepilogato nella tabella che segue.

       

       

      Differenza tra Rischio Accettabile e Rischio Trascurabile: una piccola differenza con un grande impatto

      Vale la pena, infine, soffermarsi sulla differenza tra rischio accettabile e rischio trascurabile, punto chiave per la sostenibilità delle misure di adeguamento di un ciclo produttivo.

      Il rischio è accettabile quando i danni che può produrre l’esplosione, stimati in base agli effetti fisici correlati con l’emissione individuata nel contesto in cui si verifica, sono accettabili in base a scelte condivise con il Datore di Lavoro e le figure che ruotano attorno alla gestione della sicurezza. Per definire un rischio “accettabile”, quindi, è necessario il coinvolgimento, a seconda dei casi, di analisti di rischio, Datore di Lavoro, RSPP, impiantisti elettrici, di processo e così via. Grazie al coinvolgimento di tutte le figure necessarie diventa possibile fare scelte ponderate, che richiedono un piccolo surplus di impegno, ma hanno il grande vantaggio di ottimizzare le misure di adeguamento, spesso riducendone sensibilmente l’impatto economico, rendendole più attuabili e quindi sostenibili nel tempo.

      Il rischio trascurabile, invece, è definito dalla norma in termini di valori assoluti, indipendentemente dal contesto. Costituisce un valore applicabile a tutti i contesti e dunque è necessariamente molto conservativo.

      Il rischio accettabile, quindi, è in genere associabile ad un volume di ATEX maggiore e richiede misure di adeguamento più facilmente raggiungibili, che comunque garantiscono un sufficiente livello di sicurezza ed un maggiore coinvolgimento del personale.

       

      Conclusioni

      A seconda dei settori in cui si opera, tutto ciò può essere definito e addirittura regolamentato in norme che entrano nello specifico. Ma, seguendo questa impostazione, succede che:

      • capita di trovare conferma delle scelte fatte nelle norme di settore;
      • non di rado si individuano misure di tipo organizzativo che migliorano sensibilmente la sicurezza in maniera molto efficace;
      • spesso, infine, coinvolgendo il Datore di Lavoro nella soluzione delle problematiche poste in questi termini, si trovano soluzioni che innovano l’azienda e la rendono più competitiva.

      E allora, cosa fare in pratica ? Per rispondere ripeterei i tre punti focali da cui siamo partiti:

      • ricondurre nel tempo il rischio esplosione residuo entro limiti accettabili;
      • porsi obiettivi di sicurezza consapevoli, condivisi e raggiungibili;
      • definire priorità per individuare un percorso di adeguamento sostenibile.

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      Antonio Fidelibus - esperto di ATEX

      Con una profonda passione per i fenomeni fisici del fuoco e delle esplosioni ed un'esperienza pluridecennale nel settore dell'ATEX, Antonio Fidelibus sta contribuendo significativamente all'innovazione della sicurezza contro le esplosioni. Inventore del simulatore di esplosioni, ha messo a punto il metodo RPM, approccio speditivo al calcolo di sovrapressioni e radiazione termica. Nell'ambito di ATECOS srl è responsabile scientifico e si occupa di test di esplosioni, applicazioni del metodo RPM e divulgazione scientifica.